La Chiesa di San Michele Arcangelo venne fondata alla fine del XIII secolo, quando la comunità agostiniana, subentrata ai benedettini nel convento di San Michele “sub ripam iuxta Cerveterem” abbandonò quest’ultimo convento perché cadente, e si stabilì in una collina poco sopra l’abitato di Cerveteri, nei pressi (o sopra, non è ancora chiaro) di un’antichissima cappella dedicata a San Pietro Apostolo. Originariamente dedicata a Santa Maria “de Arudinientis” (delle rondini), essa assunse il nome attuale nel XVII secolo, quando venne ricostruita in uno stile rinascimentale, nel modo in cui la possiamo ammirare tuttora. Il convento presenta ancora la struttura quattrocentesca, con il giardino chiostrato da un solo lato a testimonianza tangibile di questo periodo storico. Degno di nota il campanile, non tanto per la semplice struttura in laterizio intonacato come la facciata della chiesa, quanto per la presenza al suo interno di due campane, una delle quali, come vuole la tradizione, proveniente dall’antico convento “sub ripam” recante le impronte di San Michele.
Preceduta da una facciata semplice, all’interno si presenta a navata unica, coperta da una volta a botte divisa in tre da paraste, dove si aprono due finestre per lato, di cui quelle di sinistra tamponate. In controfacciata è presente una cantoria, dove fino agli anni ’80 esisteva un piccolo organo positivo. Nella chiesa sono presenti tre altari, due nella navata e il maggiore inserito in una grande cappella quadrangolare. Al di sopra dell’arco che divide la navata dal presbiterio, è presente un cartiglio con la scritta: “SANCTE MICHAEL ARCHAGELE ESTO MEMOR NOSTRI”. Sopra l’altare di sinistra invece è scritto: “ALTARE PRIVILEGIATO PER I SOLI RELIGIOSI AGOSTINIANI”. La chiesa fu restaurata nel 1933, nel 1941 e intorno al 1990.
Nella Chiesa è evidente l’influsso dell’ordine agostiniano in primo luogo guardando l’altare maggiore, dove a fianco della bellissima pala raffigurante San Michele che sconfigge Satana, inserita in una ricchissima cornice barocca simile ad un tendaggio, sono dipinti a monocromo Sant’Agostino e Santa Monica, ritratti come spettatori oranti della scena; gli altari laterali invece sono dedicati ad alcune illustri figure dell’ordine Agostiniano: nell’altare di destra è ritratta in una tela del XV Secolo l’Immacolata Concezione tra i santi Giovanni da San Facondo, Chiara da Montefalco e Nicola da Tolentino, mentre nell’altare di sinistra viene ritratta la messa di San Gregorio Magno per le anime del purgatorio, in una tela del secolo XVIII.
Questa chiesa condivise la dedica a san Michele con la più antica summenzionata chiesa “sub ripam” fino al 1870, quando, divenute proprietà del demanio e a seguito della rinuncia dei frati agostiniani alla loro gestione per difetto parrocchiale, l’una venne venduta e l’altra continuò ad essere officiata dalla parrocchia, adibendo il convento ad ospedale.
Nel 1918 si stanziarono nel convento le suore di Sant’Anna, che permisero la riapertura del convento e dell’ospedale in seguito alla prima guerra mondiale. A seguito dell’abbandono di quest’ultime per una lite con l’amministrazione, il 16 Novembre 1930 la Beata Madre Maria Crocifissa Curcio stipulò con il Comune di Cerveteri un’intesa che permise la riapertura definitiva del convento e della Chiesa e la cura degli infermi nell’ospedale attiguo. L’ospedale ormai ha cessato le sue funzioni da anni, ma dal marzo 1931 le Suore Carmelitane Missionarie, che nel frattempo hanno costruito e gestiscono una Scuola Materna, si occupano ancora oggi del Convento e della Chiesa garantendone la manutenzione e la celebrazione della Santa Messa feriale e di altre celebrazioni.
La chiesa è aperta tutte le mattine per la s. Messa feriale, per visitarla in altri orari è possibile contattare le Suore Carmelitane Missionarie.
Bibliografia essenziale e fonti:
- Maria Baldoni, Lazio 4 – Cerveteri, Collana Atlante storico delle città italiane – Multigrafica Editrice
- Archivio della Diocesi di Porto e S. Rufina
- Archivio storico parrocchiale
- R. Papi, Cerveteri – centro storico
- G. Copponi – Donne a Cerveteri, Edizioni grafiche Manfredi