La chiesa della Madonna dei Canneti sorge in una curva della vecchia Via Settevene Palo, oggi Largo Don Quirino Tordi in onore del vecchio parroco scomparso nel 2000, laddove la strada costeggiava il Fosso del Manganello (oggi convogliato in tubature sotterranee), formando sulle rive una foresta di canneti. La leggenda narra che la sacra immagine, un mediocre dipinto ad affresco rappresentante la Madonna col Bambino e due angeli forse appartenente ad una piccola edicola sacra, fu ritrovata intorno al 1600 in mezzo ai suddetti canneti in seguito al susseguirsi di vari miracoli dei quali non perviene alcuna testimonianza, fatta eccezione per i numerosi ex voto custoditi all’interno della chiesa. Di fatto essa divenne da subito sede di due monaci agostiniani, che la officiavano e che vi seppellivano i morti di malaria.
Nell’anno 1636 la chiesa viene menzionata come cadente, motivo per cui venne restaurata tra il 1661 e il 1682. In questi restauri venne aggiunto il campanile, la cui campana, già pronta dal 1630 ma custodita nella Chiesa Parrocchiale, veniva suonata per richiamare i fedeli ai funerali. La campana attuale è invece del 1862.
Nel 1671, con licenza del cardinale Francesco Maria Brancaccio, venne costruito il romitorio per ospitare gli eremitani, che fu terminato nel 1695. Il grande sforzo per la costruzione del convento è da ascrivere all’arciprete dell’epoca Sebastiano De Rubeis, che si fece carico della spesa insieme ad altre persone generose. Lo stesso documentò il fatto con una lapide che si può ancora ammirare all’incrocio con Via Madonna dei Canneti.
Nel 1753 per un breve periodo venne chiamata “Santa Maria de Arudinientis”, antico nome della chiesa di San Michele Arcangelo, per poi riprendere la denominazione attuale.
L’attuale aspetto si deve ai restauri del 1987.
La chiesa si presenta con una struttura piuttosto piccola, ma che gli conferisce allo stesso tempo un clima piuttosto raccolto.
La facciata si presenta a capanna, con due piccole finestre ai lati del portale ed una al disopra, le quali illuminano il piccolo interno. Esso si presenta a navata unica con copertura a capriate, nel quale si aprono tre cappelle: la cappella absidale, incorniciata da due nicchie ospitanti le statue moderne di San Giuseppe e Sant’Antonio da Padova, ospita l’affresco miracoloso circondato da lavori in stucco dorato di ambito settecentesco. Nella volta trovano posto tre affreschi piuttosto malridotti incorniciati da stucchi rettangolari ed ovali, che raffigurano l’Annunciazione, la Natività e l’Incoronazione della Vergine. Le due cappelle laterali sono arricchite da un affresco raffigurante Sant’Antonio da Padova (realizzato intorno al 1736) e, dirimpetto sulla cappella di sinistra, ad una riproduzione della grotta di Lourdes costruita come ex voto dai reduci della Seconda Guerra Mondiale.
Un piccolo ingresso sulla destra conduce alla penitenzieria, dove si trova una raccolta di ex voto ed altre testimonianze legate alla chiesa. Questo piccolo tempio è infatti molto caro alla popolazione di Cerveteri, la quale spesso e volentieri lo sceglie per anniversari di Matrimonio. Ma il momento in cui questa devozione si fortifica è ogni anno l’ 8 Settembre, festa della Madonna dei Canneti, in cui da qualche anno è stata ripresa la tradizione della solenne Santa Messa e processione, culminante ogni anno con una grande festa nell’adiacente Largo Almunecar.
Nella chiesa si celebrano le Sante Messe il martedì e il sabato alle 8.00, la Domenica invece alle 9.30.
Attualmente la chiesa è temporaneamente chiusa per permettere lo svolgimento di interventi di restauro e di conservazione.
Bibliografia essenziale e fonti
- Maria Baldoni, Lazio 4 – Cerveteri, Collana Atlante storico delle città italiane – Multigrafica Editrice
- Archivio della Diocesi di Porto e S. Rufina
- Archivio storico parrocchiale
- C. B. Piazza, La Gerarchia Cardinalizia
- R. Papi, Cerveteri – centro storico
- M. Fornara – Interventi barocchi nelle chiese di Ceri, Cerveteri e Sasso
- don G. Rossi, L’agro di Roma tra ‘500 e ‘800