Sant’Antonio

La chiesa di Sant’Antonio Abate è una delle chiese più antiche e più caratteristiche del nostro paese. Essa sorge nel cuore del Centro Storico, nel rione denominato “Boccetta”, e risale presumibilmente all’anno 1000, vista la presenza all’interno di elementi architettonici risalenti a quell’epoca. Dal 1635 è la sede ufficiale della Confraternita del Santissimo Sacramento.

La chiesa presenta un prospetto alquanto scenografico: si trova infatti in cima ad una scalinata ed è preceduta da un terrazzino, caratteristiche che la rendono ideale per essere ogni anno luogo della tradizionale benedizione degli animali. Essa mantiene una semplice facciata a capanna con tre finestre ed un portale, che si apre in un aula a tre navate delle quali la maggiore con copertura a capriate (Fino al 2000 nascosta da una Camera a Canne), mentre le minori ricoperte da una volta a botte. Sopra la Sagrestia, ubicata al termine della navata laterale destra, si innalza il campaniletto a vela ospitante una piccola campana.

La storia della chiesa si perde nella notte dei tempi: è citata da sempre come una delle chiese più antiche del paese insieme alla parrocchiale, ma non essendo state fatte indagini o campagne di scavo, non è stato possibile risalire ad una datazione abbastanza precisa o ad un analisi delle preesistenze, ma comunque è lecito supporre che venne costruita sugli avanzi di un tempio etrusco, vista la posizione elevata e rialzata del fabbricato. Presumibilmente facente parte di un monastero, allocato negli edifici dell’attuale palazzo Perciballi (Via dell’Arco Scuro), fino alla seconda decade del XVII secolo era dedicata al Santissimo Salvatore, e tra il XIV e il XV secolo venne arricchita da affreschi che, scoperti tra gli anni ’70 e ’90 del 1900, ancora oggi possono essere visibili e rappresentano il fiore all’occhiello della chiesa. Tra i più antichi si possono ricordare quelli di scuola giottesca a sinistra dell’altare, raffiguranti l’ “Ecce Homo”, la Flagellazione, la Crocifissione e la Deposizione, parzialmente coperti da un S. Antonio molto rovinato di epoca ben più tarda. Degna menzione meritano gli affreschi del catino absidale, rappresentanti il Salvatore iscritto in una mandorla formata dai nove cori angelici e dal Sole e dalla Luna, riscoperti nel 1990, e l’affresco in controfacciata sul lato sinistro raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Questo affresco negli anni ’70 venne attribuito a Lorenzo da Viterbo dai critici d’arte Federico Zeri e Antonio Pinelli, e datato all’incirca al 1470.

La chiesa possedeva due altari: il maggiore, tutt’ora esistente, nella navata centrale, e quello di S. Antonio nella navata di sinistra, dove ancora sorge, seppur malandata, l’immagine del santo.

Il 30 Gennaio 1680 Carlo Rossetti, cardinale vescovo di Porto-Santa Rufina, diede ordine di demolire l’altare perchè in precarie condizioni. La suddetta demolizione avvenne solamente nel 1682 da Maurizio Giribaldi, padre visitatore della diocesi, sotto mandato del cardinale Nicolò Albergati Ludovisi. In quello stesso anno viene confezionata la grande statua lignea che ancora oggi troneggia dall’altare maggiore e che, dopo i restauri eseguiti nel 2015, oggi si può ammirare nel suo originario splendore.

La chiesa è centro dei festeggiamenti che si svolgono ogni anno in onore di S. Antonio, che comprendono la Santa Messa, la processione solenne e la benedizione degli animali. 

Inoltre la chiesa è storicamente la sede abituale delle prove del Coro Parrocchiale, godendo infatti di un’ acustica particolarmente eccellente senza ausilio di alcuna amplificazione.

La chiesa non è attualmente aperta e officiata regolarmente, per visite e celebrazioni è possibile rivolgersi al parroco.

Bibliografia essenziale e fonti:

  • Maria Baldoni, Lazio 4 – Cerveteri, Collana Atlante storico delle città italiane – Multigrafica Editrice
  • Archivio della Diocesi di Porto e S. Rufina
  • Archivio storico parrocchiale
  • C. B. Piazza, La Gerarchia Cardinalizia
  • La devozione a S. Antonio Abate a Cerveteri (a cura di don G. Rossi)
  • R. Papi, Cerveteri – centro storico 
  • M. Fornara – Interventi barocchi nelle chiese di Ceri, Cerveteri e Sasso
  • G. Rinaldi – La confraternita di Cerveteri